lunedì 19 settembre 2022

Enrico Letta, l'inutile idiota


 Se l'Idiota di Fedor Dostoevskij è un uomo incapace di vedere il male negli altri e opera sempre a fin di bene, l'idiota di cui parliamo qui oggi è un uomo che vede il male in tutti gli altri e non sa far altro che danni a chi gli sta vicino. 
* * * 
 Se dopo il voto Enrico Letta andrà via dal PD, lo decideranno ovviamente gli elettori e i dirigenti del suo partito. Io non posso che limitarmi a fare qui alcune, purtroppo ininfluenti, considerazioni. 
 Quando Mattarella ha indetto le nuove elezioni, il quadro politico era abbastanza chiaro a qualunque uomo di intelligenza media, e forse anche medio-bassa. 
 I tre partiti di destra, consapevoli della legge elettorale, che assegna un terzo dei seggi alla "coalizione" che ottiene anche un solo voto in più, decidono - ovviamente - di presentarsi uniti. Non hanno programmi identici, ma con ogni probabilità si accaparreranno, in via preliminare, quasi tutti i 74/196 seggi al Senato e quasi tutti i 147/392 seggi alla Camera, pari al 37,2% (cui si aggiungeranno poi i voti ripartiti proporzionalmente)... Dopo di che si vedrà!

 Al capo di un partito concorrente, pur se di intelligenza medio-bassa, non restava che una contromossa: formare una coalizione con tutti gli altri partiti. E... dopo si sarebbe visto! 
  Ma il Prof. Letta non è un uomo di intelligenza medio-bassa. Nonostante il titolo accademico di cui non so quanto meritatamente possa fregiarsi, è nei fatti più semplicemente... un idiota, perché il campo politico che doveva coalizzare lo ha invece diviso in mille rivoli. Il 20% del PD, il 15% dei 5Stelle e il 10% dei cinque o sei partitini che stanno un po' a destra e un po' a sinistra dei due partiti maggiori, messi insieme potevano assommare a un 45%, il che avrebbe consentito di competere con la destra. Ma Letta comincia inspiegabilmente a 'dire no' ad alcuni di essi (il M5S, con cui aveva felicemente governato prima di Draghi) e a 'farsi dire no' dagli altri. Il 'divide et impera', che i saggi romani applicavano agli avversari, egli lo applica masochisticamente ai suoi potenziali alleati!   Non si accorge, l'idiota, che combattendo separatamente, nessuno di essi ha la minima probabilità teorica di avere un voto in più rispetto all'altra coalizione e che in tal modo... la sconfitta è certa! 

 Cosa accadeva in genere si comandanti militari che portavano le loro truppe alla sconfitta? Se andava loro bene dovevano dimettersi, ma nei tempi andati - e in certi popoli anche oggi - dovevano cercare di sottrarsi all'ira popolare. 
 Per fortuna oggi in Italia siamo clementi sia coi malvagi che coi fessi e per il 27 settembre ci limiteremo perciò a chiedere al nostro 'idiota' solo di fare... le valige. La Francia non è poi così lontana! 
 Messo che lì, nonostante tutto, non si accorgano della sua imbecillità e lo rispediscano a Pisa, dove, con il dovuto rispetto per quel mestiere, potrà sempre fare il ciabattino. 
 Ma non per fare le scarpe alla Meloni!

venerdì 13 maggio 2022

Dall'Atlantico agli Urali

 Spero di ricordare bene. Quando facevo le scuole elementari negli anni 50, mi pare di aver imparato che il continente europeo, ad est ed ovest, avesse questi confini geografici. Crescendo mi sono gradualmente fatto la convinzione che però questi confini non fossero solo geografici ma anche culturali: colpa - o merito? - di qualche nozione storica, di qualche ozio letterario o artistico e di alcune persone di etnia russa che ho avuto il piacere di conoscere personalmente e di apprezzare negli anni 2000.

Per questo oggi rimango sbalordito della artificiosa contrapposizione fra Russia ed Europa, di cui si riempiono la bocca i politici della UE e di cui riempiono gli articoli i loro amici giornalisti.
Non credo che Pietroburgo e Mosca siano asiatiche più di quanto Palermo e Siviglia non siano arabe. Se consideriamo europee le seconde non possiamo non considerare europee le prime.
Vedo che nei grandi romanzi russi dell'Ottocento era frequente l'uso della lingua francese nell'aristocrazia zarista, che le signore russe seguivano la moda delle grandi capitali europee e che al Bolshoj si eseguivano musiche e danze non meno raffinate di quelle della Scala di Milano. Da cosa deriva allora l'assurda e ridicola contrapposizione di cui si parlava?

L'origine è da riscontrare nella svolta politica del 1917. La grande rivoluzione comunista metteva in seria discussione il sistema economico capitalistico degli... altri Paesi europei, e soprattutto quelli del 'Nuovo mondo', il paese dei cow boy! 
Questo spiega tutto fino al 1992, cioè fino a quando la Russia mantiene un sistema economico che ha al centro lo Stato anziché l'impresa privata. Ma non ne spiega il motivo dopo quella data, cioè dopo che la Russia - preso a calci in culo Gorbacev - diventa più capitalista dell'UE. Ci dev'essere dunque un motivo nuovo, ma... altrettanto serio.

La Russia non poteva in due o tre decenni costruire un nuovo sistema produttivo capace di diventare un pericoloso concorrente economico. Aveva, ed ha, però delle enormi risorse energetiche e di materie prime che vende ai Paesi confinanti a prezzo di mercato. 
Sì tratta di prezzi non esosi, ma... perché pagarli se si potessero avere quei beni da una colonia? Ecco l'idea, e dietro l'idea una strategia. Se con una guerra - prima economica e poi militare - si riesce a decomporre quel vasto impero in tanti inermi staterelli, si possono ottenere gas, petrolio e materie prime agli stessi prezzi con cui da secoli si depreda il continente africano.
Basterebbe questo per spiegare la guerra ucraina? Si dice di no, perché è stata la Russia ad invadere lo Stato ormai cliente di Usa e GB. Ma io dico di sì, se è vero quanto dicono diverse fonti attendibili degli stessi Usa e GB, e cioè che questa guerra è stata da essi voluta e preparata fra il 2015 e il 2022 fornendo all'Ucraina grossi quantitativi di armi, addestrando il suo esercito e fornendo assistenza nella logistica e nel sistema informativo.

Da ragazzo ricordo un gioco praticato dagli scugnizzi miei coetanei. Per far fare a botte due ragazzini, si diceva a uno dei due "Se hai coraggio, toccagli il naso". Di per sé la cosa non avrebbe dovuto dare grande fastidio all'altro, ma il fatto è che in questo gioco, per convenzione, farsi toccare il naso senza reagire era considerato un segno di vigliaccheria, e perciò la persona sfidata era in obbligo di reagire.
Beh, a mio ad vviso, negli ultimi anni gli Usa e la GB - con una variante del gioco: i missili sul confine - hanno istigato gli Ucraini a sfidare il grande orso russo. E se l'operazione riesce, avranno a disposizione nuove colonie. "L'imperialismo, fase suprema del capitalismo", scriveva Lenin!

lunedì 9 maggio 2022

Pubblicazioni - Download

 I post pubblicati su questo blog fra il 2010 e il 2018 sono stati raccolti in ordine sistematico in tre volumi,  scaricabili gratuitamente insieme a "Il disagio degli insegnanti" e '"Racconti brevi".

Per effettuare il download di una o più delle pubblicazioni, basta 

1) cliccare sul link sottostante; 

2) selezionare il libro; 

3) far scorrere la pagina web fino in fondo ed effettuare il download in formato PDF.

https://archive.org/details/@cataldo_marino

lunedì 7 febbraio 2022

Femminismo e lotta di classe


Il c.d. femminismo l'ho visto nascere nella primavera del '67 mentre frequentavo l'università. Fino a quel momento sapevo bene che nella società i ruoli storicamente determinati dei due sessi erano ben diversi, in parte complementari e in parte conflittuali, ma non li avevo mai percepiti alla stregua dell'aspra lotta fra la classe dei padroni e quella dei lavoratori dipendenti.

Mi accorsi di questa nuova, per me impensata contrapposizione sociale, per via della mia infatuazione giovanile per Cina.

No, non si trattava della grande nazione di Mao, ma più semplicemente di una ragazza, figlia della proprietaria del bar sotto casa. Si era presentata così ed io non ebbi mai la curiosità di chiederle di quale nome fosse il diminutivo. Era molto bella, gentile e intelligente, e questo bastava e avanzava per uno che ogni mattina sgranava gli occhi nel vederla. 
Ogni mattina scendevo al bar da un alberghetto, tanto modesto da costare quanto una camera in affitto, e seduti a un tavolino prendevamo il caffè chiacchierando. Ho già detto che era bella, ma mi apparve ancora più bella quando mi disse che anche a lei piaceva il bel concerto di Grieg.

Non ricordo se la cosa sia andata avanti per due o tre mesi, ma è certo che a partire da un certo giorno non la trovai più lì. Pensai che fosse andata in qualche città per motivi di studio, e me ne feci, infelicemente, una ragione.
Ma non era così, e lo scoprii una mattina, quando la vidi in Piazza Duomo insieme a tante altre ragazze dislocate in ordine sparso ma unite da vestiti e atteggiamenti comuni: jeans e maglietta, e un camminare deciso, quasi maschile. La sua bella femminilità si perdeva nell'aria aperta di quella piazza.
- Ma che fai tu qua? Credevo fossi andata in qualche altra città.
- Sono qui per una manifestazione femminista - disse alzando le spalle e sorridendo compiaciuta.

Non sapevo ancora che cazzo potesse essere una manifestazione... femminista! Subodorai però che non potesse esserci nulla di buono. Fino a quel momento maschi e femmine avevamo partecipato insieme ad assemblee studentesche e cortei operai, con gli stessi striscioni contro la guerra in Vietnam e lo sfruttamento nelle fabbriche, adesso perché le femmine facevano gruppo a sé? E poi, se oltre a fare gruppo a sé si denominavano 'femministe', voleva dire che non ce l'avevano più contro i padroni delle fabbriche. Contro chi allora? Non rimaneva che una risposta: contro i maschi. Mi crollò il mondo addosso: in un minuto si perdeva nella folla la bella Cina e si profilava la sconfitta della classe operaia. Il consumismo imposto dai padroni la spaccava in due, la classe operaia, e metteva le due fazioni una contro l'altra. La determinazione quasi maschile di quelle donne sparse nella piazza, mi impedì di fare un minimo tentativo di dissuasione verso Cina, la bella. I suoi occhi erano stati molto eloquenti, inequivocabili. La salutai affettuosamente e presi la mia strada.

Faccio un salto di mezzo secolo e passa e mi ritrovo davanti a un computer e a uno smartphone con dentro i nomi di tre amiche virtuali, le migliori fra esse per intelligenza e sensibilità: Ida, Marisa e Rossana. I frutti maturi di ciò che in Piazza Duomo erano stati seminati da Cina. Sono in gamba 'ste tre donne; hanno grande intuito, forza d'animo, e anche gentilezza, ma... Con loro devi stare attento come si sta attenti in trincea in una lunga guerra di posizionamento.
Nessuna di loro, come quasi tutte le donne, conosce più la lotta di classe, e infatti non esistono più partiti socialisti o comunisti. Quella lotta ormai è di altra natura, femmine contro maschi, e altri luoghi di scontro, le mura domestiche.

Cui prodest? A chi giova tutto ciò?
La risposta la trovate in un mondo spaccato in quattro o più parti: quelli con lo yacht e l'attico ai Parioli, quelli col suv e una casa signorile, quelli con la Fiat economica e la casa in periferia e infine quelli che non hanno un euro per comprare nulla, perché senza lavoro e senza beni di proprietà. 
Fra loro, molti giovani. Maschi e... femministe!

sabato 22 gennaio 2022

Film e canzoni

 Stasera ho guardato metà di un film e, quando è terminato, mi sono detto: "L'80% dei film e il 95% delle canzoni hanno per oggetto una storia d'amore fra un uomo e una donna".
Fino ai 60/70 anni le persone dedicano 7/8 ore al giorno al riposo, 7/8 al lavoro, 4/5 per fare spese, mangiare e pulizie, 2/3 ai rapporti con gli amici e ai divertimenti (tv, computer ecc.), in pratica passiamo il 90% della giornata in tutte queste attività e poi, nei film e nelle canzoni, sembra che il rapporto si capovolga. 
Non siamo stufi di vedere ogni sera uomini e donne che si corteggiano e poi si ignorano, litigano e poi fanno pace, si baciano e poi si menano, si tradiscono e poi si riprendono, si lasciano e poi si ritrovano?
A me magari nemmeno piacevano, ma una volta si vedevano anche i pastori che guidavano le mandrie, i soldati che guerreggiavano, i contadini che affondavano i piedi nei campi, le mogli che stendevano i panni, gli uomini che tornavano stanchi dal lavoro, i bambini che andavano a scuola e poi giocavano. C'era, sì, anche la storia romantica d'amore, ma occupava il 40% dei film, non il 90!
Qualcuno che è andato un po' più di me fuori dall'Italia (ci vuol poco!), osserva: "Siamo noi mediterranei che, anche quando facciamo altro, pensiamo sempre all'amore e al sesso. Nel resto d'Europa a queste cose le persone non riservano più del 20% dei propri pensieri". 

domenica 2 gennaio 2022

Il tafano e il cavallo


<<…non troverete facilmente un altro come me, posto a fianco della città come di fianco a un cavallo grande e di razza, ma per la sua grandezza piuttosto lento e bisognoso di un tafano per essere stimolato>> (Platone, Apologia di Socrate, XVIII)

Chi mi conosce sa che, nonostante io abbia come chiunque tanti difetti, sono persona umile. Il richiamo a Socrate non può essere dunque relativo alle sue virtù intellettuali e morali, ma alla sua metafora del tafano, animaletto certamente poco nobile, ma utile a risvegliare un cavallo pigro.
Qual è il cavallo pigro che intendo stimolare? E’ l’apparato politico che, dopo la fusione fra Corigliano e Rossano, continua ad amministrare i nuclei urbani di cui la nuova città si compone come entità separate.
Questa separatezza viene perpetuata a due livelli:
- a livello urbanistico, in cui non si è capaci di tracciare vie di collegamento urbane, utili a traffici commerciali e scambi culturali;
- a livello di simboli di aggregazione sociale.

Nel 2016, due anni prima del referendum sulla fusione, pubblicai un lungo articolo in cui auspicavo l’avvicinamento fisico e culturale delle due comunità originarie, ma sembra che esso non sia stato di alcuna utilità per… orecchie che non vogliono sentire ed occhi che non vogliono vedere. [http://ilsemedellutopia.blogspot.com/2016/05/rossano-corigliano-dal-campanilismo.html]
Ma, come un tafano, ripropongo e riproporrò con caparbietà, le linee guida di quella proposta, semplificandola affinchè... gli occhi chiusi si riaprano.
Lo faccio oggi con i due schemi esplicativi che qui seguono.