mercoledì 1 luglio 2020

Enrico Berlinguer: L'austerity

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Una mia rielaborazione sintetica dei due discorsi tenuti da Enrico Berlinguer a Roma (Teatro Eliseo, 1977) e Milano (Teatro Lirico, 1979) sul tema dell’austerity.
c.m.

[...] “Una trasformazione può essere avviata solo se sa affrontare i problemi nuovi posti all'Occidente dal moto di liberazione dei popoli del Terzo mondo. Ciò comporta l’abbandono dell'illusione che sia possibile perpetuare un tipo di sviluppo fondato sull’artificiosa espansione dei consumi individuali, che è fonte di sprechi, parassitismi, privilegi, dissipazione delle risorse e dissesto finanziario.
Una politica di austerità, di rigore, di guerra allo spreco è pertanto divenuta la leva su cui premere per trasformare la società nelle sue strutture e nelle sue idee di base. Una politica di austerità non è una politica di tendenziale livellamento verso l'indigenza, essa deve invece avere come scopo quello di instaurare giustizia, efficienza, ordine, e, aggiungo, una moralità nuova. Concepita in questo modo, una politica di austerità, anche se comporta certe rinunce e certi sacrifici diviene un atto liberatorio per grandi masse, soggette a vecchie sudditanze e a intollerabili emarginazioni, e crea nuove solidarietà.
[...]
L'austerità è un imperativo a cui oggi non si può sfuggire. Certe obiezioni di qualche accademico ignorano dati elementari del mondo e dell'Italia di oggi. Questi dati sono: l'avanzata dei popoli del Terzo mondo, che rifiutano le condizioni di sudditanza e d'inferiorità e che sono state una delle basi fondamentali della prosperità dei paesi capitalistici sviluppati; in secondo luogo, l'acuita concorrenza, la lotta senza esclusione di colpi fra gli stessi paesi capitalistici, della quale fanno sempre più le spese i paesi meno forti e sviluppati, fra i quali l'Italia; infine, la manifesta insostenibilità economica e insopportabilità sociale delle distorsioni che hanno caratterizzato lo sviluppo della società italiana negli ultimi venti anni. 
Da tempo cerchiamo di far prendere coscienza di questi dati oggettivi, tuttavia ancora oggi molti non si sono resi conto che adesso l'Italia si trova - ma io credo, prima o poi, anche altri paesi economicamente più forti del nostro si troveranno - davanti a un dilemma drammatico: o ci si lascia vivere portati dal corso delle cose, ma in tal modo si scenderà di gradino in gradino la scala della decadenza, dell'imbarbarimento della vita e quindi anche, prima o poi, di una involuzione politica reazionaria; oppure si guarda in faccia la realtà (e la si guarda a tempo) per non rassegnarsi a essa, e si cerca di trasformare una traversia così densa di pericoli in un'iniziativa che possa dar luogo anche a un balzo di civiltà, che sia dunque non una sconfitta ma una vittoria dell'uomo sulla storia.
Ecco perché diciamo che l'austerità è, sì, una necessità, ma può essere anche un'occasione per trasformare l'Italia. Per definizione essa comporta restrizioni di certe disponibilità a cui ci si è abituati, rinunce a certi vantaggi acquisiti: ma noi siamo convinti che non è detto affatto che la sostituzione di certe abitudini attuali con altre, più rigorose e non sperperatrici, conduca a un peggioramento della qualità della vita. Una società più austera può essere una società più giusta, meno diseguale, realmente più libera, più democratica, più umana. 
[...]
La politica di austerità può essere fatta propria dal movimento operaio proprio in quanto essa può recidere alla base la possibilità di continuare a fondare lo sviluppo economico su quel dissennato gonfiamento del solo consumo privato, che è fonte di parassitismi e di privilegi, e può invece condurre verso un assetto economico e sociale ispirato e guidato dai principi della massima produttività generale, della razionalità, del rigore, della giustizia, del godimento di beni autentici, quali sono la cultura, l'istruzione, la salute, un libero e sano rapporto con la natura. 
"Lor signori", come direbbe il nostro Fortebraccio, vogliono invece l'assurdo perché in sostanza pretendono di mantenere il consumismo, che ha caratterizzato lo sviluppo economico italiano negli ultimi venticinque anni, e, insieme, di abbassare i salari.”

La trascrizione di parte dei due discorsi originali di Enrico Berlinguer sono reperibili sul primo dei due articoli contenuti nella pagina web https://www.sitocomunista.it/PCI/documenti/berlinguer/austerit%C3%A0.htm