mercoledì 12 novembre 2014

Filosofi italiani: Pasquale Galluppi

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Per leggeri i nomi contenuti nelle caselle di testo, cliccare sull'immagine e poi avvicinarsi con lo zoom

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Il 10 aprile 2010 scrivevo su questo blog che: “Se la scoperta delle Americhe (fattore storico)* e il maestoso fluire delle acque del Monviso, arricchite a destra e a manca da altri mille corsi d’acqua grandi e piccoli (fattore geografico), dall’ ‘800 hanno dato ai padani il primato del Pil, essi non sono tuttavia riusciti a dar loro anche il primato della cultura.”
Scrivevo queste cose quando la Lega Nord era guidata da un cialtrone che parlava il dialetto solo perché non conosceva altrettanto bene la lingua nazionale, e se la prendeva con gli Italiani del Sud per creare una famelica cricca di politici al Nord. C’era dunque in me un certo risentimento, che in quell’epoca ha alimentato abbondantemente gli accenti polemici di alcuni miei post.
Tuttavia, come si sa, mentre le parole ‘volano’, ciò che si scrive ‘resta’, ed ognuno pertanto è tenuto, senza scappatoie, a dar conto di ciò che ha in precedenza affermato. Nel post del 2010 dicevo fra l’altro che di artisti, al di sotto del Passo della Futa - quello che, sull’Appennino tosco-emiliano, per un verso divide e per altro verso collega la Padania al resto dell’Italia - non se ne potevano contare molti. Per vari motivi ho trascurato in seguito di dimostrare questa affermazione relativa a letterati, pittori, musicisti, registi teatrali e cinematografici ecc., ma qualche giorno fa mi è capitato di leggere le prime pagine del corposo lavoro di un meridionale, Pasquale Galluppi, e ciò mi ha spinto a fare la conta di cui parlavo in un’altra categoria di personaggi che, per usare le parole della nostra Costituzione, hanno “illustrato la Patria per altissimi meriti”: i filosofi.
Questa conta è rappresentata qui sopra, graficamente, in una cartina dell’Italia sulla quale ho incasellato i nomi dei filosofi ai quali gli egregi Abbagnano e Garin, nei loro Manuali ben noti ai liceali italiani, hanno ritenuto di dover dedicare almeno una pagina, trascurando quindi gli autori che in genere vengono menzionati solo per dovere di cronaca.

Resta ora da spiegare perché questa mappatura geografica dei filosofi italiani prenda le mosse dal mio corregionale calabrese di Tropea, Pasquale Galluppi. Fra alcuni libri ereditati da mia moglie ho trovato, qualche giorno fa, una delle primissime edizioni dei suoi Elementi di Filosofia**, in volume unico, stampato a Firenze nel lontano 1832 e suddiviso in cinque parti:
1) Logica pura;*** 2) Psicologia; 3) Ideologia; 4) Logica mista; 5) Filosofia morale 
Ho letto le prime quaranta pagine della “Logica pura” e ne sono rimasto affascinato non tanto per quello che dice, ma ‘per come lo dice’. Pochi sono i libri di filosofia di facile lettura: se ci si vuole capire qualcosa, oltre ad avere una decente cultura di base, in genere bisogna prendere carta e penna e segnare con la massima attenzione ogni passaggio; e neppure questo garantisce che, alla fine, il discorso resti chiaro in mente.
Fra gli ‘antichi’ la profondità spesso si coniugava con la leggerezza dell’esposizione (i Dialoghi di Platone, l’Etica di Aristotele, i Dialoghi e le Epistole di Seneca) ma, quando si arriva alla filosofia moderna (snobbando, a torto o a ragione, le disquisizioni medioevali sulla natura di Dio e il sesso degli angeli), non c’è più lettura gradevole ma solo possibilità di studio faticoso. E se questo vale per i testi dei filosofi, vale paradossalmente molto di più per chi cerca di spiegare la filosofia altrui: i critici sono quasi sempre… criptici.
Pasquale Galluppi, almeno nelle poche pagine finora lette, mi sembra che a tutto questo faccia eccezione; scrive come se parlasse. Di lui mi piace poi l’importanza data alla Logica, perché credo che questa sia l’oggetto d’indagine sul quale la filosofia ha ottenuto i risultati più sicuri, mentre il resto è ormai nelle mani delle scienze naturali ed umane e in quelle della tecnologia. Anche in queste scienze però occorre sempre saper distinguere il vero dal falso, per la qual cosa occorrono delle regole logiche. Galluppi, basandosi principalmente sugli studi di Aristotele e Kant, riordina queste regole e ce le ricorda con rigore e semplicità.

Note
*     A. Fanfani, Storia economica, Utet 1965, pagg. 446-451
**  “Il merito maggiore di Galluppi risiede nell'avere, con gli "Elementi di filosofia" ma, soprattutto, con le "Lettere filosofiche", introdotto nel nostro paese lo studio e la conoscenza della nuova filosofia europea, soprattutto quella kantiana: le "Lettere filosofiche" furono a ragion veduta definite il primo saggio in Italia di una storia della filosofia moderna, mentre gli "Elementi di filosofia" ebbero una larghissima diffusione nelle scuole.” (www.filosofico.net/galluppi.htm )
***  Il testo degli “Elementi di Logica Pura” è disponibile in un’edizione del 1821 sul sito www.archive.org alla pagina
https://archive.org/details/bub_gb_OyMi42nwF3UC 
Se ne può effettuare il download cliccando sul formato pdf, che è quello che garantisce la massima fedeltà al testo originale