domenica 26 dicembre 2021

Franco Abate, "Il ceppo di Natale"

 STAMATTINA vedendo questo Post pubblicato da un mio amico (IL CEPPO di NATALE, antichissima tradizione natalizia , che ha anche un significato simbolico: il legno che arde è il simbolo del passato, e nel nuovo bruciare si configura un anelito di purificazione) ho rivissuto quei momenti in cui mio nonno, ogni anno, lo ripeteva da sempre seguendo un vero e proprio rituale. Sceglieva il ceppo molto tempo prima; lo teneva da parte facendolo così diventare per tutti " U zippone i Nèthèghe". La gestualità che seguiva da quel momento sino alla sera della Vigilia spaziava tra il sacro e il profano-(mia nonna)--"Tataranne mo vède a pigliè u zippone nda stalla"--"(mia madre)--Guagnù: mittìteve nturne u fucuguère"--(il nonno a mia nonna)--"Pippì, aiùtame allu mitte ndu fuche"--(mio padre)--"Non ridete e sbàttiti i mane"--(Noi tutti, battendo le mani)--"Evviva evviva: Buon Natale a tutti quanti!!!-- Quello che però più interessava a noi fanciulli, non era tanto il prima quanto il dopo acchè il ceppo finisse sul fuoco in quanto c'era la lettura della Letterina con la quale nell'occasione "purificavamo" le nostre marachelle, pattuendo improbabili promesse che non avremmo mantenuto, ma che ci sarebbero state parimenti "perdonate" il Natale venturo con lo stesso "rituale" che il nonno, come da sempre, poi chiudeva porgendo a ciascuno, a seconda dell'età di noi penitenti, 5, 10, 20 lire!

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