sabato 10 aprile 2010

Editoria: cultura del mercato e mercato della cultura

Nel 2001, dopo aver pubblicato un modesto saggio e vari articoli, m’è venuta voglia di rilassarmi scrivendo dei brevi racconti, per i quali non era più necessario un faticoso lavoro di ricerca, ma bastavano il ripensamento e la rielaborazione delle esperienze che facevano parte del mio vissuto.
Dopo sette anni inserii in un sito personale tutto il materiale che avevo accumulato, raccontini compresi. Però, mentre per la ricerca e gli articoli avevo avuto un riscontro, in quanto già pubblicati su siti molto frequentati, l’incursione in campo narrativo rimase nel limbo e spesso mi son chiesto se quei brevi scritti meritassero di avere un seguito o meno. Ciò mi indusse a visitare alcuni di quei forum in cui gli aspiranti scrittori si leggono e si commentano reciprocamente, e a partecipare ad uno di essi, al quale finora sono rimasto sostanzialmente fedele.
Mi sono subito reso conto che, in questi forum come a scuola, valeva una legge perversa: nella scuola in genere gli alunni tendevano ad attribuire ai vari insegnanti un giudizio pressappoco corrispondente al voto che da essi avevano ricevuto; nei forum, se ogni giorno facevi i complimenti a tutti, molti di essi a loro volta si complimentavano con te, altrimenti era meglio appendere la penna, pardon la tastiera, al chiodo.
Mi è sembrato tuttavia, e per fortuna, che questa fosse solo una tendenza, perché per coloro che scrivono veramente bene alla fine c’è quasi sempre un certo riconoscimento generale dei loro meriti.

Tanto da giovane quanto in tarda età ho dedicato molto tempo alla lettura (oggi un po’ meno, per via di disturbi alla vista e per una certa stanchezza generale) e, mi si perdoni un pizzico di presunzione, credo di saper distinguere un autore che ha qualcosa da trasmettere da uno che non riesce a farsi leggere, a volte anche per la mancanza dei rudimenti fondamentali dello scrivere. Bene, mi sembra di poter dire che nella vasta marea degli aspiranti scrittori del web ve ne sono alcuni che - se l’editoria non fosse pilotata solo da criteri economici, pubblicando al novanta per cento solo chi sa farsi pubblicità in tv o altrove - meriterebbero di essere conosciuti da un pubblico ben più vasto di quello dei forum telematici.
Faccio il nome (username) di alcuni di essi, ordinandoli in base al grado di conoscenza che ho dei loro scritti. Ognuno potrà verificare su internet la correttezza delle mie segnalazioni, basate sull’eleganza dello stile e la validità del messaggio.

margot - www.descrivendo.com
mariovaldo - www.descrivendo.com
antonio covino – www.descrivendo.com
Full - www.neteditor.it
marimari – www.scrivi.com (“maddy” su www.descrivendo.com )
Alice Meraviglia - www.scrivi.com e www.scritturafresca.org
massimolegnani - www.scritturafresca.org

Altri siti interessanti, oltre a quelli menzionati, sono www.scripta-volant.org e http://vetrina.clubpoeti.it, ma li ho visitati veramente poco e non sono riuscito ad individuare particolari autori di spicco.

Tutti questi autori sono certamente molto più validi dei tanti barzellettieri che vengono dal mondo della tv, però, se vogliono pubblicare un libro, lo devono fare a loro spese. E l’editore non ne piazza neppure uno nelle librerie: prende mille euro e dà loro duecento copie, che essi finiranno poi per regalare a parenti ed amici o lasceranno, in numero limitatissimo, nelle librerie locali.
Mille euro e il cerchio si chiude negli ambiti ristretti in cui il lavoro è sorto.
In tal modo, all’ombra dei pochi scrittori che in Italia vendono più di diecimila copie, a stento sopravvive un sottobosco, potenzialmente molto fertile, che però non vedrà mai la luce.

In compenso fra i mediocri c’è anche qualcuno che, pur non oltrepassando i confini della città o della regione, riesce a pubblicare senza rimetterci: sono i furbini che conoscono i trucchi per garantire all’editore un minimo di copie vendute. Ricordo di un signore, molto ossequioso verso i rappresentanti delle istituzioni, che pubblicò una inutile e noiosissima raccolta di documenti di un ente pubblico con una sua breve prefazione e ne piazzò un buon numero di copie nelle biblioteche di tanti altri enti pubblici locali. Ricordo poi di un editore che, usando un crivello con rete a trama molto larga, pubblicò un breve profilo di tutti gli scrittori, viventi e non, della cittadina in cui operava e invitò poi gli stessi o i loro discendenti a comprare il voluminoso tomo al prezzo di trenta euro. Settecento profili per trenta euro fanno, se non erro, ventunomila euro. Questa sì che è un’opera da pubblicare. Tutte le altre via, sul web.

E web sia. Spero che nei prossimi anni le persone oneste e capaci pubblichino a costo zero le loro opere e le mettano gratuitamente a disposizione di tutti. Ne soffriranno certamente le vecchie librerie, e questo mi dispiace, perché per me la “parola” è sempre stata associata anche alla “carta stampata”. Però, se questo è il sistema, in qualche modo bisognerà pure difendersi.

Una brevissima annotazione sempre a proposito di carta stampata.
Mi dispiace molto anche per il tragico destino che si può intravvedere per i quotidiani e i settimanali. Adesso per venderli devono allegarci un vecchio cd o un pettine a denti larghi per le signore. Ma anche in questo caso è colpa loro. Gli editori dicono di dover vendere a oltre un euro per copia perché le spese sono alte. Ma chi gli impone di stampare quotidiani di sessanta pagine, che solo per sfogliarli ci vuole un’ora? Non potrebbero fare giornali di venti pagine e venderli a cinquanta centesimi? Dobbiamo informarci sul web? E, anche in questo caso, web sia!
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