giovedì 17 maggio 2012

Filmdarivedere: Pranzo di nozze (Usa,1956)

.
Il giorno delle nozze è un po’ dovunque quello più importante e festeggiato. Naturalmente lo è molto di più nei paesi in cui il divorzio è difficile e molto meno in quelli in cui alle prime difficoltà si può tornare indietro. Insomma la prospettiva di durata del matrimonio incide sulla solennità della cerimonia e sulla fastosità dei festeggiamenti, ma comunque, rispetto agli altri eventi speciali della vita, quello delle nozze resta il più importante.
Spesso però, dietro i festeggiamenti, si celano veri e propri drammi familiari. E’ il caso della famiglia di un povero tassista, protagonista del film, il quale lavora da dieci anni alle dipendenze di una agenzia, guadagnando pochi dollari e facendosi i turni di notte. Coi pochi soldi guadagnati ha tirato su una famiglia ed è riuscito a fatica anche a mettere da parte tremila dollari, che vorrebbe utilizzare per migliorare la sua vita. C’è un taxi usato, in vendita a seimila dollari, e lui potrebbe acquistarlo in società con un amico che ha fatto lo stesso percorso lavorativo. E’ un progetto accarezzato per anni, perché è difficile abituarsi a lavorare di notte e dormire di giorno. Ma adesso la sua realizzazione è finalmente a portata di mano.

La sua è una famiglia modesta: lui è un gran lavoratore, la moglie è una brava donna di casa con scarse pretese e la figlia una ragazza senza grilli per la testa. Tutto, fino a un certo punto, è andato secondo le previsioni, ma improvvisamente arriva una novità che sconvolge i piani del tassista: la figlia Jane e il suo fidanzato Ralph hanno deciso di sposarsi nel giro di pochi giorni. Ecco il dialogo in cui lei ne dà notizia ai genitori, Tom e Agnes, in cucina durante la colazione:

Agnes    (aprendo il frigo) Ecco lì… il ghiaccio tutto squagliato.
Tom   No! Niente novità in questa casa, finché non ho comprato un taxi.
Agnes   Non ho detto di comprare un altro frigorifero, io!
Tom   Ahhhh!
Jane   (entra in cucina) Ciao papà
Agnes   Ti ho sentita rientrare tardi ieri sera. Dove sei stata?
Jane   Sono andata con Ralph da padre Murphy.
Agnes   Padre Murphy… adesso.
Jane   Mamma… senti…mamma… Ralph e io ci sposiamo
Agnes   (perplessa) Jane… sono felice
Jane   Beh, ci siamo decisi perché un amico di Ralph trasloca in California. Ma sua moglie ora è incinta, e così ha chiesto a Ralph se c’era qualcuno che gli portasse l’auto fin là, perché lui non può, per via della moglie. E Ralph ha pensato che era l’ideale, per una luna di miele, un viaggio in California. Ralph finisce il corso proprio il 3 novembre, cioè domani, e il corso invernale ricomincia fra tre settimane, e perciò abbiamo pensato di sposarci il 6 novembre. Padre Murphy è d’accordo e domani leggerà le pubblicazioni e ci darà la dispensa. Vi dico subito che non vogliamo feste per il nostro matrimonio. Ci sposiamo, punto e basta.
Tom   Un’ottima idea, Jane.
Jane   Niente ricevimenti né altre storie, perché non vogliamo partire stanchi. Sarà una cerimonia brevissima.
Tom   Proprio un’ottima idea, ti dico.
Jane   Niente pranzo di nozze. Niente.
Tom   Tutte fesserie che fanno buttare un sacco di soldi. Tuo cugino Joe ha detto che ha speso più di 3.000 dollari per le nozze di sua figlia.
Agnes   (delusa) Jane, se è un matrimonio semplice che vuoi, lo avrai.
Tom   Tremila dollari per un pranzo di nozze! C’è da farsi venire un accidente
Agnes   Sei una brava figliola. Comunque, noi ti daremo un assegno di 500 dollari.
Tom   Cinquecento?
Agnes   Oh, santo cielo, Tom. La tua unica figlia si sposa. Altro che questo ti costerebbe, se volesse fare un ricevimento.
Tom   Ma io non dico di no. S’è sempre detto di darle un assegno, ma non si è mai parlato di cifre.
Jane   Vi prego, noi non vogliamo niente, vogliamo solo sposarci. Il 6 novembre in chiesa ci sarete solo voi, il padre e la madre di Ralph e forse Alice, perché io sono stata damigella alle sue nozze. Nessun altro.
Agnes   Dovrai invitare anche lo zio Jack.
Jane   Ma se invito lo zio Jack, devo invitare anche lo zio Henry
Agnes   Però vive qui, insieme con noi.
Jane   Mamma, soltanto voi genitori. Vorrei tanto invitare lo zio, ma poi gli altri si offenderebbero.
Agnes   Si, questo è vero. Se lo dici a uno, devi dirlo a tutti e… allora poi, ci vuole un ricevimento.

La situazione comincia a complicarsi. Anche perché la mamma ha qualche sassolino nella scarpa: ha vissuto male la eccessiva sobrietà del giorno delle proprie nozze e per la figlia desidera qualcosa di più. Un qualcosa che, col passare delle ore e dei giorni, dal momento dell’annuncio della figlia diventa sempre più grande: gradualmente cresce il numero degli invitati, il dono dei genitori, il costo del pranzo e degli abiti.
Dei tremila euro risparmiati per l’acquisto del taxi, cinquecento andrebbero in dono agli sposi e la lista degli invitati si allarga prima allo zio Jack, che convive con loro, e poi di conseguenza, a tanti altri parenti, che altrimenti se la prenderebbero. E poi inizia la compilazione di una lunga lista di amici, ai quali si sommano i parenti e gli amici del fidanzato. Un matrimonio modesto si va trasformando di giorno in giorno in una grande cerimonia, in cui dimostrare a tutti di essere una famiglia agiata e generosa.

Ed è a questo punto che nasce il dramma: il tassista dovrà rinunciare al suo sogno e continuare per tutta la vita a fare i turni di notte? Oppure la mamma dovrà vergognarsi con le amiche per il fatto di non aver saputo dare alla figlia ciò che gli altri genitori normalmente danno? E la figlia, presa tra due fuochi, soffre. Non vorrebbe dare dispiacere a nessuno dei due, ma pare non ci siano soluzioni intermedie che limitino i danni: qualcuno dei due dovrà soffrire e… la colpa è sua.
I film americani di quegli anni finiscono normalmente per appianare le cose e anche in questo caso, se proprio non si può parlare di lieto fine, il dramma si stempera. Vince il buonsenso: la figlia si impone con la madre, il matrimonio si farà come lei aveva progettato inizialmente e al papà rimarrà il denaro sufficiente per comprare il suo taxi e cambiare vita.

*.*.*

Così si risolvono le cose nei film americani, ma nella realtà attuale, almeno quella italiana, le cose vanno ben diversamente: per un bel pranzo di nozze e una bella cerimonia le famiglie sono ancora pronte a svenarsi.
Io non vado alle feste di nozze, faccio il regalino che mi è possibile fare, ma risparmio sulla tenuta di gala e mi risparmio due ore di benedizioni in chiesa e cinque o sei di esagerate e lente abbuffate al ristorante. L’automobile resta semipulita o semisporca, senza lavaggi d’occasione, e agli strombazzamenti che provocano le infinite imprecazioni dei vicini, non ci penso neppure. Finora, anni sessantatre, ho partecipato alle nozze della sorella maggiore, del fratello minore, di un amico d’infanzia, che è quasi un fratello, e di un nipote che ho avuto l’onore di tenere a battesimo, oltre naturalmente a quelle con la mia fidanzata. Chiuso!
Però, ho ascoltato molto a proposito di queste feste. Ed ecco cosa ho saputo.

Dove vivo io, in media gli invitati sono duecento (cento per i più tirati, trecento per i più spendaccioni o per coloro i quali noblesse obblige), e questo a prescindere dal reddito familiare, anzi mi sa che più si è poveri e più si è costretti a dimostrare di non esserlo!
Il ristorante dev’essere bello (oggi ci sono locali che vivono quasi prevalentemente sui matrimoni) e il menu ricco, variegato e con pietanze non comuni, perciò non te la cavi con meno di centocinquanta euro per posto. A questo punto io, che ho dedicato un bel po’ del mio tempo ad insegnare come si fanno certi conticini, non posso non togliermi lo sfizio di fare una moltiplicazione: 200 persone x 150 noccioline = 30.000 noccioline.
E va bene, hai avuto tempo trent’anni per vedere crescere tua figlia e non hai messo da parte mille noccioline all’anno per farla felice nel giorno più bello della sua vita? Ma che padre saresti?
Il fatto è che - stavo per dimenticare - ci sono altre spesucce. I parenti e gli amici che abitano lontano e fanno un lungo viaggio per partecipare alla vostra gioia, li mandate in albergo? Vergogna! Gli si prenota una bella stanza in hotel. Vediamo: 20 stanze per 100 noccioline = 2.000 noccioline. Va bene anche questo.
Poi ci sono l’abito da sposa, i fiori in chiesa, il servizio fotografico, le bomboniere e il regalino al parroco che assicurerà, lui, l’amore per tutta la vita. Altre 10.000 noccioline ci vorranno.
In famiglia si è in quattro e tutti bisogna presentarsi con abito, camicia, cravatta e scarpe mai usate prima e di buona fattura. C’è chi risparmia di più e chi di meno, ma al di sotto delle 2.000 noccioline in queste cose è difficile scendere.
Fatto il matrimonio, i genitori usano fare un regalino speciale ai ragazzi. Quando non si tratta dell’appartamentino, cosa riservata a pochi eletti, bisogna almeno pensare all’arredamento e assicurare un bel viaggio di nozze. Cinquant’anni fa mia moglie ed io lo abbiamo fatto, tornando da Assisi alla città in cui avremmo vissuto, passando per Perugia, Siena e Livorno (abbiamo visitato il santuario dove si erano sposati i suoi) e poi giù dritti verso casa. Eh, cosa c’è di più bello per due giovani appena sposati?
Ma oggi una cosa del genere sarebbe veramente vergognosa. Si fa una capatina in Scandinavia o a Madrid e, se i genitori non sono tirchi, perché non soddisfare il desiderio di una piccola crociera? Non ho idea di quanto possa costare un viaggio del genere, oggi normalmente di durata non inferiore ai quindici giorni. La butto là: 5.000 noccioline, che si sommano ad altre 10.000 per un arredamento essenziale e sobrio.
Dunque, tirando le somme, mi sa che con meno di 55.000 noccioline non si fanno le cose comme il faut.

A chi finiscono tutte queste noccioline? Ai ‘rastrellatori di noccioline’ naturalmente, i quali tuttavia, se il tutto si limitasse a questo, non potrebbero comunque tirare a campare. E infatti finora non abbiamo tenuto conto di quanto spende la ‘controparte’, gli invitati.
Ne abbiamo supposto 200, ma i ragalini si fanno per nucleo familiare e, ipotizzando nuclei di tre persone, possiamo prevedere settanta regalini, ai quali si aggiungeranno quelli degli invitati per i quali il semplice telegramma sembra inadeguato rispetto ai rapporti di affetto e stima che li legano a qualche familiare degli sposi. Ora, le famiglie che parteciperanno alla marcia nuziale e alla grande bouffe sanno in genere che per loro sono andate via 450 noccioline: possibile fare un regalino di meno di 300? Bene, 100 regalini da 300 noccioline fanno 30.000 noccioline, giusto quanto si è speso per la ristorazione.
C’è però da dire che i negozi di abbigliamento non stanno lì sul corso per non vendere nulla: questi invitati non possono mica presentarsi con la stessa giacca con cui sono stati visti all’ultimo incontro. Ognuno di loro dovrà usare la cortesia di un abbigliamento nuovo ed adeguato alla situazione: 200 persone entreranno dunque, qualche giorno prima, nei negozi per comprare un bel vestito grigio con righine azzurre, una camicia intonata, belle scarpe lucide e strettine, cravatta o papillon, a piacere. Se ognuno ci lascia 300 euro (ed è anche pochino), il famoso mercato della moda made in Italy si arricchirà di 60.000 euro, che si aggiungono ai 30.000 per i regalini.
Un matrimonio come si deve, dunque, porta via circa 55.000 euro (adesso chiamiamoli per quello che sono) agli organizzatori e circa 90.000 agli organizzati, per un totale di 145.000 euro. Se in un anno i matrimoni sono 100.000, si crea un giro di affari di più di 14 miliardi di euro.

Ecco come si dà fiato ad una economia in affanno: si fanno sposare più persone in giovane età.
Monti è un grande economista bocconiano e nelle sue formule dovrebbe tenere conto di questa variabile: i matrimoni sono in grado di incrementare notevolmente l’economia reale e di infliggere un colpo decisivo allo spread.
Ma purtroppo i giovani, da questo orecchio, non ci sentono. Non sarà perché sanno che, anche dopo sposati, è difficile trovare lavoro? E che i risparmi dei genitori si assottigliano giorno dopo giorno, mese dopo mese, anno dopo anno. E che il matrimonio darebbe loro il colpo definitivo?

Nota. Per chi si fosse annoiato o rattristato per via dei budget finora esposti, consiglio di vedere o rivedere “Pranzo di nozze”. Vedrete un bravo tassista (Ernest Borgnine, quello di “Marty, vita di un timido”), una madre isterica (Bette Davis) e una dolce e bella fidanzatina (Debbie Reynolds). Al motto di “Divertirsi e poi meditare”.
.
Copyright 2012 – all rights reserved