sabato 8 maggio 2021

I sibariti

A Sibari non ci sono più 'sibariti'. La loro ricchezza e raffinatezza si è trasferita si è trasferita in Via Montenapoleone. Speriamo che lì abbiano un destino migliore.

* * *

“Fra le più rigogliose colonie che fiorirono in quegli anni dall'ottavo al sesto secolo avanti Cristo, ci furono quelle della Magna Grecia sulle coste dell'Italia meridionale. I greci vi giunsero per mare, sbarcarono a Brindisi e a Taranto, e fondarono parecchie città, fra le quali Sibari e Crotone furono presto le più popolose e progredite.

La prima, che a un certo punto ebbe - dicono - trecentomila abitanti, è rimasta talmente celebre per i suoi lussi che dal suo nome è stato coniato un aggettivo, sibarita, sinonimo di «raffinato». Vi lavoravano soltanto gli schiavi, ma anche ad essi erano interdette tutte quelle attività - di fabbro o di carpentiere, per esempio - che potevano coi loro rumori disturbare le «pennichelle» pomeridiane dei cittadini. Costoro si occupavano solo di cucina, di moda e di sport. Alcistene si era fatto confezionare un vestito che poi Dionigi di Siracusa rivendette per mezzo miliardo di lire, e Smindride si faceva regolarmente accompagnare nei suoi viaggi da mille servitori. I cuochi avevano diritto di brevettare i loro piatti, per un anno ne serbavano il monopolio, e con ciò accumulavano un patrimonio che gli bastava a campar di rendita per il resto della vita. Il servizio militare era sconosciuto.

Purtroppo, sulla fine del sesto secolo, questa felice città, oltre al piacere e al comodo, volle anche l'egemonia politica, che con essi male si accorda, e perciò si mise in contrasto con Crotone, meno ricca, ma più seria. E con un enorme esercito le mosse contro. I crotonesi - raccontano - lo attesero armati di flauti. Quando si misero a suonarli, i cavalli di Sibari abituati, come quelli di Lipizza, più all'arena del Circo che al campo di battaglia, cominciarono a danzare. E i rozzi crotonesi massacrarono allegramente i cavalieri rimasti in balìa dei loro quadrupedi. Sibari fu rasa al suolo con tanta coscienza che, meno di un secolo dopo, Erodoto, venuto a cercarne i resti, non riuscì a trovare nemmeno quelli. E Crotone, distrutto il nemico, s'infettò, come al solito, dei suoi microbi e si ammalò a sua volta di sibaritismo.”

 Indro Montanelli, Storia dei Greci, Ed. BUR 1989, pagg. 61,62 

Scavi di Sibari

Nessun commento: