domenica 13 dicembre 2009

Le utopie

Cos’è una utopia? I più dicono che si tratti di un progetto irrealizzabile. Karl Mannheim, sociologo tedesco, nel ’29 scrisse invece che “una mentalità si dice utopica quando è in contraddizione con la realtà presente”. Insomma è il progetto di una realtà diversa. Naturalmente, visto anche l’url di questo blog, io sono per questa seconda interpretazione.
Come si fa a dire che un progetto è irrealizzabile? Lo si può dedurre solo dal fatto che non si è ancora realizzato? Ma quanto tempo occorre per la realizzazione? C’è un criterio oggettivo per poterlo stabilire in anticipo?
Una società effettivamente “cristiana” è impossibile solo perché non si è realizzata in duemila anni? E se ce ne volessero tremila? Una società più giusta e senza eccessive disparità sociali è impossibile solo perché non si è realizzata dopo un secolo nella vecchia Urss? E chi dice che non si possa sperimentare altrove fra cento anni?
Sembra che il pragmatismo e la realpolitik abbiano vinto definitivamente. Furono alla base del trionfo di Mussolini, che ne fece un cavallo vincente, e del secondo duce Berlusconi. Ne dà atto, prostrandosi ad essi, anche il leader trasformista della opposizione “baffetto massimo”, principe dell’ironia inutile.
Ma per fortuna si può ancora sperare che ideali e uomini diversi riescano a scardinare questa “realtà presente”. Quanto ci vorrà? Un anno, un secolo, un millennio? Ma proprio perché non è determinabile un tempo preciso, l’utopia non potrà mai dirsi morta. La parola d’ordine è una sola: tenacia.
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